Pillola di Tessitura #2

DiSilvia Consolini

Pillola di Tessitura #2

Tipologia di filato per Tessitura a Tavolette e a Pettine Liccio

Quali sono i migliori e consigli per la scelta

La grande varietà di filati per tessitura che si trovano oggi in commercio permette di realizzare moltissimi lavori differenti, tuttavia per chi è alle prime armi potrebbe essere un ostacolo, non si sa quale scegliere e quali siano effettivamente più indicati per il tipo di tecnica tessile che si andrà ad impiegare o per il manufatto che di vorrà ottenere. Oggi vorrei quindi parlare di alcune delle mie tipologie di filati preferiti per tessere nastri, sia con la tecnica delle tavolette che con il pettine liccio.

Non tratterò la scelta di filati per la realizzazione di tessuti a metraggio con i telai orizzontali o verticali, quello è un mondo a parte che ha delle regole differenti dettate dallo strumento impiegato.

E’ importante parlare di scelta di filati perchè la progettazione di un buon prodotto finito deve tener conto di tutte le variabili, spesso siamo abituati a vedere delle realizzazioni che mischiano filati di tipologia differente sia come natura della fibra che come spessore. Tuttavia questo genere di mix è indicato per progetti creativi ed artistici, con un tipo di progettualità differente.

Filati per tessitura a tavolette

La tessitura di nastri a tavolette viene ideata con lo scopo preciso di ottenere un motivo decorativo scelto, che va realizzato nel modo più pulito ed esteticamente migliore possibile, posso scegliere di utilizzare sia filati da fibre animali come la lana oppure da fibre vegetali come il cotone, il lino, ecc.

Per la lana possiamo individuare due grandi gruppi di filati:
– lana filata a mano artistica, con spessori che variano molto durante la lunghezza dello stesso filato, perfetta per capi in maglia e a uncinetto ma con qualche riserva per la tessitura a tavolette
– filati di tipo industriale, realizzati a macchina con spessore uniforme, possono essere acquistati di tanti spessori differenti dai più sottili ai più grossi; i filati industriali inoltre possono essere in pura lana, mischiati con filati sintetici oppure totalmente sintetici

Io consiglio di utilizzare i filati di tipo industriale, oppure filati a mano ma molto precisi e di spessore il più possibile uniforme, questo perchè dobbiamo ottenere dei motivi decorativi anche molto complessi e l’uniformità del filato permette di tessere in maniera corretta il motivo scelto e renderlo chiaro, leggibile al primo sguardo.
Inoltre anche il colore dovrebbe essere uniforme per avere un disegno ben definito e senza variazioni, cercherei di evitare all’inizio dei filati con sfumature perchè potrebbero creare difficoltà a un tessitore in erba. Sono tutti esperimenti che si possono certmente fare ma solo dopo aver imparato a padroneggiare la tecnica, potrebbero essere scelte interessanti ma bisogna sapere cosa si sta facendo.

Per la realizzazione di tessiture di ispirazione storica o repliche, è importante scegliere dei motivi e dei colori che potessero esser presenti anche all’epoca, se si vuole fare una replica esatta inoltre va tenuto conto anche della natura delle fibre utilizzate.

Il cotone è la seconda tipologia di fibra principalmente utilizzata nella tessitura a tavolette, si trova in commercio in tantissimi spessori diversi, perlopiù di filatura industriale, è raro trovare del cotone filato a mano. Lo spessore scelto andrà a determinare, assieme al numero di tavolette impiegate, la larghezza della lavorazione finita per cui va stabilito prima di iniziare.

Si possono mischiare filati di cotone di spessori differenti nella stessa lavorazione ma con qualche accortezza: se la differenza di spessore è minima, non avrò delle modifiche importanti nè problemi durante la tessitura, quindi posso mescolarli senza troppi pensieri; se invece la differenza di spessore è molta devo stare attenta.

La tessitura a tavolette lavora per torsione dei fili di ordito, per cui i fili con spessori differenti assumeranno anche differenti torsioni durante la lavorazione andando a consumare più o meno filo a parità di rotazioni effettuate. Se io volessi mischiare cotoni di spessori differenti cercherei di raddoppiare i fili di ordito più sottili in modo da avvicinarmi il più possibile allo spessore di quelli più grossi.
Al massimo se proprio volessi utilizzare le due tipologie di filato ma senza andare a raddoppiare l’ordito, potrei tenere i fili più spessi per i bordi in modo da rinforzarli e i fili più sottili per il motivo centrale, eviterei comunque di usare fili di diverso spessore nella stessa tavoletta.

Volendo si può andare a mischiare anche lana e cotone assieme, però seguendo sempre le stesse accortezze spiegate poco fa per il cotone; storicamente è infatti accertato in molti reperti reperti giunti fino a noi, che venissero mischiate fibre di natura differente nella stessa tessitura ma gli spessori erano uniformi. Un ulteriore fattore è importante da considerare se si mischiano le due fibre assieme: la lana è generalmente più elastica del cotone quindi anche la torsione dei due filati potrebbe dare degli effetti imprevisti. Consiglio questi esperimenti a tessitori e tessitrici che abbiano già fatto un po’ di esperienza su entrambe le tipologie di filato oltre che sulla tecnica in sè, più aumento le variabili del mio lavoro più concentrazione e attenzione ci vorrà nella tessitura.

Io generalmente preferisco tessere con una sola tipologia di fibra per volta, senza mischiarli, questo perchè preferisco ottenere dei lavori molto precisi e dettagliati ma ognuno è libero di sperimentare.

Altre tipologie di filati vegetali molto interessanti da utilizzare sono il lino e la viscosa da canna da zucchero.
Il lino è una fibra generalmente più rigida rispetto al cotone e in commercio si trovano spessori molto sottili, per quello che ho potuto constatare, tuttavia è un filato molto resistente quindi non dovrete avere paura di rischiare di spezzare i fili nella lavorazione. Una caratteristica positiva del lino se impiegato nella tessitura a tavolette è che il dispendio e lo scarto di filo di ordito rispetto al lavoro finito è veramente minimo, la resa è maggiore rispetto al cotone e alla lana.

La viscosa da canna da zucchero è un filato relativamente nuovo in commercio, è molto morbido e liscio oltre ad avere una lucentezza che lo rende quasi pari alla seta. E’ una fibra resistente e brillante che dà risultati molto soddisfacenti se tessuta a tavolette, realizzando nastri dall’effetto molto prezioso, l’unica pecca è che essendo molto morbida su spessori importanti non mantiene la forma del nastro, è troppo flessibile e si ripiega su se stesso, meglio utilizzarlo come cintura o come orlo decorativo cucito su un tessuto di sostegno.

Oltre a questo filato particolare stanno uscendo in commercio altri filati vegetali interessanti come il bambù, l’eucalipto e l’ortica, però per ora non ho avuto modo di testarli dal vivo.

Ci sono però diversi criteri di cui tener conto nella scelta del tipo di filato: innanzitutto la definizione che si vuole avere del motivo scelto. Tra i filati animali e vegetali infatti c’è una grande differenza data dal trattamento che viene fatto sulle fibre: il cotone essendo molto trattato chimicamente e più ritorto rispetto alla lana mantiente anche nel tempo un maggior contrasto e rimane liscio senza difetti, la lana invece dopo l’uso inizierà a lasciar fuoriuscire le fibre più corte creando il classico “pelucco” e sporcando la leggibilità del disegno. Se volete quindi ottenere un lavoro molte ben definito è meglio scegliere il cotone.

Un altro criterio di scelta importante è anche l’applicazione o impiego del nastro finito: se sto realizzando un nastro decorativo da cucire su un capo di abbigliamento preesistente sarà meglio mantenere la stessa tipologia di fibra, lana con lana e cotone col cotone. Se invece sto realizzando un accessorio come una cintura o una fusciacca da stringere in vita posso scegliere in base alla morbidezza e alla piacevolezza del filato che donerà la stessa caratteristica al nastro tessuto. Un altro impiego molto frequente dei nastri sono le tracolle per le borse, in questo caso l’elasticità della lana non andrebbe bene perchè rischierebbe di deformarsi con il peso, oltre a rovinarsi molto presto a causa della frizione sulla spalla, il cotone è sen’zaltro la scelta migliore per questa tipologia di utilizzo.

Filati per tessitura a pettine liccio

La tessitura di nastri a pettine liccio risulta più semplice rispetto alla tecnica a tavolette perchè i fili non vengono ritorti ma solo sovrapposti perpendicolarmente, quindi ho meno difficoltà se volessi mischiare fibre di tipologia differente! L’importante è che il motivo che ho scelto di realizzare venga ben definito nella lavorazione, ma posso giocare con molte più variabili senza rischiare di avere problemi in fase di tessitura.

Generalmente il nastro tessuto a pettine liccio è più morbido e sottile rispetto a un nastro tessuto a tavolette perchè in questo caso uso solo due livelli di fili di ordito invece che quattro assieme.
La scelta della tipologia di filato segue comunque gli stessi criteri generali: a seconda del tipo di utilizzo che andrò a fare del mio nastro, della resa che voglio ottenere, larghezza della lavorazione desiderata, ecc.

La tessitura di nastri a pettine liccio in ogni caso è molto differente come resa rispetto alla classica tessitura piana, perchè la trama va a stringere molto l’ordito andando a posizionare tutti i fili uno di fianco all’altro senza spazi, il filo di trama non sarà dunque visibile nella tessitura finita.

La difficoltà di giocare con fili di spessori differenti in questa tecnica sarà di gestire proprio la tensione del filo di trama e della battitura per rendere il lavoro comunque regolare e compatto, senza sovrapporre nè lasciare spazi nell’ordito; inoltre nel calcolo delle lunghezze dell’ordito va considerato che il filato più spesso avrà meno scarto rispetto al filato più spesso quindi dovranno essere tagliati di lunghezze differenti, fare tanta pratica ovviamente è la migliore soluzione per riuscire nell’impresa.

Per concludere

E’ bello giocare e sperimentare con i filati in maniera originale, ci permette di dar sfogo alla nostra fantasia e immergerci in un mondo fatto di colori e motivi pressochè infiniti, ma è altrettanto importante che quando lo facciamo abbiamo la capacità di valutare e capire quello che sta effettivamente succedendo nella tessitura: se mi piace avrò difficoltà a replicare una seconda volta l’esperimento, se non mi piace invece devo capire quali sono stati gli errori per poterli correggere nella tessitura successiva.

Per chi è agli inizi io consiglio di utilizzare, sia per la tecnica con le tavolette che con il pettine liccio, dei filati il più possibile uniformi e della stessa tipologia, spesso anche della stessa marca in modo che le variazioni siano minime, e solo quando si è fatto un po’ di pratica e di esperienza cominciare a mischiare le fibre.

E’ un argomento molto vasto e complesso che può essere affrontato da diversi punti di vista, io ho portato la mia esperienza e le tecniche che mi sono più affini per la realizzazione di nastri e passamanerie, per cui privilegiando la progettualità e la resa finale del motivo rispetto al caos e improvvisazione creativa che compete a tecniche di tipologia differente come l’arazzo moderno.

Invito chiunque sia interessato ad imparare la tecnica della tessitura a tavolette, a dare un’occhiata all’offerta didattica di Emeluna Academy, mentre se siete alla ricerca di un nuovo telaio o strumenti per tessitura potete curiosare sul nostro negozio online EmelunaShop.

E voi quale tipologia di filato preferite?

Mi farebbe piacere ricevere le vostre considerazioni personali e poterne discutere con voi che avete letto questo post, contattatemi tramite mail: info@emeluna.com

Al prossimo mese con la terza Pillola di tessitura!

Info sull'autore

Silvia Consolini administrator

2 Commenti finora

GianpaoloPubblicato il6:34 am - Mar 24, 2021

Complimenti per la chiarezza della tua esposizione anche se hai scelto di semplificare la complessa materia senza entrare a precisare il tema della titolazione dei filati.

    Silvia ConsoliniPubblicato il7:59 am - Mar 24, 2021

    Buongiorno Gianpaolo, grazie per il tuo commento. Sì hai ragione, ho semplificato il discorso perchè trovo che per la realizzazione di nastri a tavolette e liccio la conoscenza della titolazione dei filati non sia all’inizio indispensabile. Se stessimo parlando di tessitura a pettine liccio su scala più grande sarebbe assolutamente doveroso, ma per le tipologie di tecniche trattate e soprattutto per i principianti, si può sorvolare e affrontare l’argomento successivamente, quando la complessità dei motivi realizzati lo richiederà. In particolare la tessitura a tavolette è una tecnica difficile e preferisco che i primi approcci si concentrino di più sull’apprendere le meccaniche di funzionamento e su motivi basilari.

Lascia una risposta

Translate »